Booklovers adorati,
ti distrai un attimo e ti ritrovi a scegliere l’ultimo libro di quest’anno scolastico! Ovviamente ci sarà “il classico” di Luglio, ma il gruppo di lettura tradizionale tornerà solo a settembre.
Questo mese ho scelto da sola il tema e i due libri relativi, spero vi piacciano e di aver scelto degnamente.
Per giugno ho pensato ai treni, di cui subisco il fascino da sempre: pensare che per un periodo di tempo dei perfetti sconosciuti condividano spazio e storie… mi piace guardare i passeggeri e immaginare la loro storia, i loro bagagli, la loro direzione.
Il treno scivola senza mormorio, ogni carrozza è un salotto in cui si parla sottovoce.(Paul Verlaine)
Le date previste per gli incontri sono le seguenti:
Lunedi 20 giugno incontro al parco
Martedì 21 Giugno via zoom
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Il treno di Georges Simenon edito da Adelphi
Maggio 1940. Le truppe della Wehrmacht dilagano in Belgio e minacciano i confini della Francia. Dalle Ardenne sciami di profughi lasciano le loro case prendendo d’assalto i pochi treni disponibili. Nel carro bestiame di un convoglio che procede lentissimo verso La Rochelle, un uomo mediocre, miope e di salute cagionevole, un uomo con una piccola vita mediocre e mediocremente serena, incontrerà una donna di cui non saprà altro, nelle poche settimane che passeranno insieme, se non che è una cèca di origine ebrea, e che è stata in prigione a Namur. Fra loro, all’inizio del viaggio che li porterà fino alla Rochelle, non ci sono che sguardi, ma un po’ alla volta, senza che nulla sia stato detto, le due solitarie creature diventano inseparabili; finché, durante la prima notte che passano l’una accanto all’altro sulla paglia per terra, confusi fra altri corpi sconosciuti, accadrà qualcosa di inimmaginabile. Sarà l’inizio di una passione amorosa che li isolerà da tutto ciò che accade intorno a loro (l’occupazione tedesca, i convogli di sfollati, il tendone da circo che li ospita insieme ad altre decine di profughi), chiudendoli in un bozzolo fatto di desiderio, di gioco e di una scandalosa, disperata, effimera felicità.
Scompartimento n 6 di Rosa Liksom edito da Iperborea
«Per riuscire ad amare è necessario riconoscersi simili? È possibile provare desiderio per qualcuno che si disprezza? Gli spazi angusti favoriscono l’attrazione o la demoliscono? Nel suo romanzo, Rosa Liksom indaga il legame ambiguo fra attrazione e logoramento degli spazi personali.» – Sofia Torre per La Tascalbile
Mosca, anni ’80, sul leggendario treno della Transiberiana diretto a Ulan Bator, due estranei si trovano a condividere lo scompartimento: una taciturna studentessa finlandese e un violento proletario russo dall’inesauribile sete di vodka. Nell’intimità forzata del piccolo spazio la tensione sale. Lui è uno sciovinista, misogino, avvezzo al carcere, ma con l’irriducibile passione per la vita. Lei è tormentata dai ricordi del suo ragazzo moscovita che si è finto pazzo per non combattere in Afghanistan ed è impazzito nel manicomio dove l’hanno rinchiuso, lasciandola piena di domande nella terra che l’ha sedotta. È l’anima di questa terra a pulsare nelle sconfinate distese che il treno attraversa, nel mosaico di identità e popoli di una Siberia in cui tutto è estremo. Con un realismo crudo che trasuda poesia, Rosa Liksom racconta l’incontro tra due destini ma soprattutto il viaggio attraverso la fine di un impero che sembra sciogliersi in fanghiglia, nel cuore di un popolo disilluso e fiero, che vive nella perenne nostalgia del passato e del futuro, nell’eterno sogno cechoviano “A Mosca! A Mosca!”.